Fino a che distanza si può utilizzare un pressostato in una cisterna d’acqua? La domanda è apparentemente semplice, ma la risposta richiede alcune precisazioni tecniche. La distanza massima entro cui è possibile utilizzare un pressostato dipende infatti da diversi fattori: il tipo di pressostato impiegato, la modalità di trasmissione del segnale, le condizioni ambientali e il sistema di controllo a cui è collegato.
Nel caso di pressostati meccanici tradizionali, che operano mediante l’apertura o la chiusura di un contatto elettrico, la distanza può essere anche di alcune decine di metri, purché si utilizzino cavi elettrici adeguati. È importante che questi siano di sezione sufficiente e, preferibilmente, schermati, per ridurre il rischio di cadute di tensione e interferenze. In ambienti umidi o soggetti a sbalzi termici, è inoltre consigliabile prevedere protezioni contro le sovratensioni e l’ossidazione dei contatti.
Se invece si impiegano pressostati elettronici, che trasmettono segnali analogici (come il classico 4–20 mA) o digitali (Modbus, CAN ecc.), le distanze possono aumentare sensibilmente. In questi casi, con una corretta progettazione del cablaggio e l’uso di protocolli “robusti”, è possibile superare anche i 100 metri, mantenendo l’affidabilità del segnale. Naturalmente, la qualità del cavo, la schermatura e la compatibilità con il sistema di supervisione giocano un ruolo fondamentale.
Una terza possibilità è rappresentata dai pressostati wireless, sempre più diffusi in contesti dove il cablaggio risulta difficile o economicamente svantaggioso. Tecnologie come LoRa, Zigbee o Wi-Fi permettono di monitorare cisterne anche a centinaia di metri di distanza, a patto che il segnale non sia ostacolato da strutture o interferenze ambientali. In questi casi, è essenziale valutare la portata reale del segnale e, se necessario, prevedere ripetitori o gateway.
In conclusione, non esiste una distanza “standard” valida per tutti i pressostati: la scelta va fatta in funzione del tipo di dispositivo, del contesto installativo e delle esigenze di monitoraggio. Per distanze superiori ai 20–30 metri, è consigliabile orientarsi verso pressostati con uscita a corrente o soluzioni digitali e valutare attentamente la qualità dell’infrastruttura di comunicazione. In alternativa, le soluzioni wireless possono rappresentare una valida opzione, soprattutto in impianti decentralizzati o in ambito agricolo e industriale.

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