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Cresce la meccanica italiana: nel 2015 +1,3% per produzione ed export

Il 15 dicembre si è tenuta la tradizionale conferenza stampa di fine anno di Anima, Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine, a cui hanno partecipato in qualità di relatori Alberto Caprari, presidente Anima, Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, e Alberto Quadrio Curzio, presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei. 

Nel corso della conferenza sono stati presentati i dati congiunturali di pre-consuntivo 2015 e le previsioni 2016 per il settore della meccanica italiana. 

Il comparto prosegue bene sui binari dell’export. La produzione, secondo i dati appena pubblicati dall’Ufficio Studi Anima, è in costante incremento. 

Nel 2015 la meccanica italiana ha prodotto tecnologie e componentistica per un totale di 44 miliardi di euro, valore in aumento (+1,3%) rispetto all’anno precedente. 

Il 2016 prevede già un +0,7% per la produzione, che toccherà i 44,3 miliardi di euro. 

Direttamente proporzionale alla produzione, il dato delle esportazioni è in crescita continua. Nel 2015 si sale a 25,7 miliardi di euro con un +1,3% sul 2014. Secondo le stime 2016, il dato è destinato ad aumentare a +1,4% fino a raggiungere i 26,1 miliardi di euro con una quota export/fatturato del 59%. 

L’occupazione rimane stabile mentre il valore degli investimenti rafforza il trend positivo: nel 2015 si registra un +1,2% rispetto al 2014 e nel 2016 un ulteriore +1%. 

“Anche se a qualcuno può sembrare ‘poco glamour’, la meccanica esporta più dei settori alimentare, moda e design aggregati – afferma Alberto Caprari, presidente Anima. La chiave che apre le porte estere è la qualità e la flessibilità delle nostre imprese, accompagnata dalla stima per le nostre tecnologie. Noi italiani sappiamo rispondere molto bene alle richieste dei clienti adattandoci alle condizioni normative, sociali ed economiche in cui ci troviamo a operare. Siamo sempre al passo con le norme, diversamente da qualche altro player internazionale. La sorveglianza del mercato è un’esigenza di tutta la manifattura italiana, non deve essere percepita come un concetto astratto. Chiediamo quindi di monitorare con ancora più impegno i fenomeni di contraffazione e di concorrenza sleale che minacciano lo sviluppo di molte nostre eccellenze”. 

“Innovazione, efficienza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili sono tutti elementi che caratterizzano lo sviluppo delle tecnologie che la manifattura italiana ha già e sta sviluppando al meglio, declinandola in ogni settore ed applicazione – prosegue Caprari – che la portano a essere sempre tra le prime posizioni nel mondo, in comparti come la componentistica per l'industria, le food-tecnologies, l'industria dell'acqua e dell’energia, l'oil&gas ecc., tutti comparti strategici che Anima notoriamente rappresenta. Le aziende che vogliono crescere oggi devono tenere conto anche delle decisioni prese dai 150 capi di stato riuniti a Parigi in occasione del Cop21”. 

Nel corso del Summit internazionale sul Climate Change, uno dei fattori più rilevanti è dato dal fatto che Cina e USA hanno manifestato la chiara volontà di prendere decisioni importanti per limitare la produzione di CO2. 

“I risultati dei tavoli di lavoro impatteranno fortemente a livello mondiale sul modo di fare impresa d’ora in avanti – conclude il presidente Caprari. Le nostre eccellenze manifatturiere italiane, già ben orientate in questo senso, non potranno che beneficiarne in modo significativo”. 

Nei soli primi sei mesi del 2015, le esportazioni della meccanica italiana valgono 13,4 miliardi di euro, cifra in lievissimo calo rispetto al 2014 (-0,3%). La parte del leone la fa ancora EU28 verso cui si sono esportati 5,5 miliardi (+3,9% sul 2014). Africa (-7,9%), Asia (-3,5%) e America Centro-Sud (-4,3%) in calo rispetto al 2014 mentre l’America del Nord sta dimostrando una forte attrattività per l’export italiano con un +14,1% sul 2014. 

La situazione geopolitica è la lente attraverso cui leggere il calo (-13,4%) della vendita dell’italianità nei paesi ExtraUE. Se si confronta il I semestre 2014 con il I semestre 2015 per la sola Russia il calo (-40,8%) è giustificato con evidenti riferimenti alla battuta d’arresto dovuta alle sanzioni russe.