
Il Tar Lazio ha emesso la sentenza n. 9155/2025, accogliendo alcuni rilievi avanzati da ANEV contro il decreto ministeriale del 21 giugno 2024 sulle aree idonee per gli impianti da fonti rinnovabili. La decisione in sostanza chiede al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) di riscrivere le parti del Decreto Aree Idonee che regolano il regime transitorio e i criteri di individuazione delle aree idonee e non idonee.
Il Tar ha infatti annullato l’articolo 7, commi 2 e 3 del decreto, imponendo al MASE di riformulare le regole entro 60 giorni. Questa decisione rappresenta un colpo importante a un impianto normativo che, come denunciato da molte parti e dal Coordinamento FREE, appariva carente di tutela per gli impianti già in fase di sviluppo al momento dell’emanazione, e permetteva alle regioni una libertà eccessiva nel definire i criteri di individuazione delle aree idonee, con il rischio di leggi regionali disomogenee e prive dei parametri minimi necessari per il conseguimento degli obiettivi di installazione di energie rinnovabili al 2030.
«È una sentenza importante – afferma Attilio Piattelli, presidente di FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) – che ribadisce quanto sosteniamo da mesi: è fondamentale avere regole chiare, coerenti e soprattutto omogenee a livello nazionale per l’individuazione delle aree idonee e non idonee, per evitare che i criteri siano troppo variabili tra le regioni».
Nel commentare la sentenza, Piattelli evidenzia come nel Decreto Aree Idonee “manca l’individuazione di criteri tecnici di tipo oggettivo, correlati ad aspetti strettamente inerenti alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale, idonei a guidare le Regioni nell’esercizio delle attribuzioni ad esse spettanti.”
«Ci aspettiamo che il nuovo decreto arrivi entro i 60 giorni previsti dalla sentenza – prosegue Piattelli – Non possiamo più permetterci di perdere tempo con norme che generano confusione e rallentamenti nello sviluppo e nell’autorizzazione delle installazioni di fonti rinnovabili. Condividiamo gli obiettivi di nuove FER al 2030 del Governo nel PNIEC, ma chiediamo che le norme siano coerenti e adeguate al loro raggiungimento. Purtroppo, questa coerenza oggi non si vede nel Decreto Aree Idonee e nel Decreto Agricoltura.»
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