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Filtrazione dell’aria: si attende una nuova normativa

La pubblicazione di linee guida sul tema filtrazione dell’aria è particolarmente attesa, perché creerà condizioni di maggiore chiarezza su un punto di grande importanza: la stretta collaborazione fra strumenti e quindi fra competenze coinvolgendo in maniera sinergica su questi aspetti progettisti, installatori, manutentori e operatori della sanificazione.

Abbiamo più volte sottolineato su queste pagine l’importanza di un pensiero condiviso, una specie di testo unico che regoli la qualità dell’aria. L’ambizione a un documento unificato è ancora lontana dall’essere soddisfatta, ma la pressione del mercato e dell’opinione pubblica a valle della pandemia sta portando frutti utili a chi si occupa della manutenzione di impianti e ne sorveglia la prestazione in chiave IAQ.

LA GESTIONE DELL’IAQ

Un minimo di teoria non guasta: la qualità dell’aria interna è gestibile attraverso tre leve, diluizione, filtrazione e purificazione. I volumi di aria immessa nell’ambiente abbassano le concentrazioni di inquinanti presenti in ambiente, la filtrazione riduce l’apporto di inquinanti e contaminanti provenienti dall’aria esterna e la purificazione contrasta la presenza di contaminanti e patogeni in ambiente confinato. Una premessa che chiunque lavori a installare o gestire un impianto di condizionamento o climatizzazione deve tenere in considerazione sempre: la corretta gestione dei volumi di ricambio rispetto al tasso di persone presenti in ambiente e alla destinazione d’uso dello spazio è la prima regola ed è governata da una norma storica, la UNI 10339, da sempre croce e delizia dei progettisti e di chi installa, per le sue implicazioni molto severe e a detta di alcuni non sufficientemente differenziate per tipologia di applicazione.

LA NORMA DA RIVEDERE

La norma è da tempo ormai immemore in fase di revisione, una revisione ritenuta necessaria da più soggetti, ma ancora confinata a sua volta nel calendario lavori del Gruppo Tecnico di competenza al Comitato Termotecnico Italiano. Sempre sulla ventilazione e la qualità dell’aria, ma non così specificamente dedicata ai volumi di ricambio, è un’altra norma 16798, il cui utilizzo è ampiamente caldeggiato dai progettisti più attenti al tema, ma non giunge a una risoluzione sull’argomento. Evitiamo per il momento di tornare sulla purificazione, in attesa delle prassi di riferimento o meglio ancora delle norme in lavorazione da parte del CTI sui metodi di prova che determinino la qualità e l’efficacia della strumentazione proposta, uno strumento quanto mai auspicabile e atteso per ridurre le promesse di aria pulita e riportarle a una misurabilità concreta, scientificamente fondata e verificabile da enti terzi e soffermiamoci sulla filtrazione dell’aria, che da sempre è intesa come la formula vincente (forse perché la più immediatamente e chiaramente percepibile) e forma di contrasto dell’inquinamento indoor.

CLASSIFICAZIONE DEI FILTRI

Siamo storicamente nella condizione di dire che la filtrazione è codificata sul fronte dell’efficacia “meccanica” da una norma importante, sempre di produzione CTI, che è la UNI EN ISO 16890, che dal 2019 ci fornisce i parametri aggiornati per classificare i filtri in ragione della loro capacità di trattenere le polveri sottili e definirne il loro potere filtrante nella misura in cui trattengono particelle sempre più piccole, fino ad arrivare ai filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air filter) e ULPA (Ultra Low Penetration Air). La norma è interessante anche per un punto di carattere metodologico: non definisce la categoria di appartenenza per dimensioni del filtrante come la vecchia UNI EN 779, ma per dimensioni di quanto trattenuto. Va comunque sottolineato che ci troviamo davanti ad un metodo di valutazione che riguarda esclusivamente l’aspetto e l’azione sul segmento fisico dell’inquinamento, mentre – come abbiamo avuto più volte modo di dire – è oggi fondamentale prendere in considerazione tutti e tre gli aspetti e le caratteristiche sì fisiche, ma anche chimiche e soprattutto (a valle dell’apice della pandemia) anche microbiologiche e quindi ragionare di come la filtrazione abbia un potenziale di collaborazione con gli altri strumenti, appunto diluizione e purificazione, per generare condizioni microbiologicamente più soddisfacenti per l’aria indoor.

PRASSI DI RIFERIMENTO

Va quindi a essere importante notare come è notizia di poco tempo fa, fine 2022, l’avvio a conclusione dei lavori per la redazione della prassi di riferimento “Ruolo della filtrazione negli impianti di climatizzazione e ventilazione – Metodi e accorgimenti per la rimozione del bioaerosol” sviluppata da un apposito tavolo di lavoro UNI-CTI che opera nell’ambito della CT 242 “Materiali, componenti e sistemi per la depurazione e la filtrazione di aria, gas e fumi”. Il documento attualmente sottoposto alla fase di inchiesta interna CTI sarà successivamente trasmesso ad UNI per la successiva fase di inchiesta pubblica finale (IPFUNI). La proposta nasce appunto nel quadro di un sistema di approfondimenti, alcuni dei quali abbiamo già presentato in questa rubrica, che sono stati presi in carico nel lavoro del Comitato e che fanno seguito alle vicende della recente pandemia di SARS-COV-2 che ha prepotentemente sottolineato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza di assicurare la qualità dell’aria negli ambienti interni.

Vogliamo peraltro sottolineare un aspetto meritorio del lavoro del Comitato e dello specifico Gruppo di lavoro: questi lavori si possono considerare a buon diritto delle iniziative che non hanno la forma di provvedimenti di emergenza, quanto piuttosto di linee metodologiche di lavoro (come è nello spirito di qualsiasi norma o prassi di riferimento) per operare correttamente sul fronte dell’Indoor Air Quality, sia che siamo in condizioni di stress per contrastare fattori di rischio più alti come la pandemia, sia che dobbiamo confrontarci con problemi specifici come gli impianti a servizio di spazi dove si trovano soggetti immunodepressi o immunodeficienti sia che dobbiamo “normalmente” lavorare su impianti che servono ambienti dove la permanenza è lunga e quindi la qualità dell’aria è particolarmente rilevante per creare condizioni di comfort.

Tra gli strumenti più importanti per la riduzione del rischio di contagio da agenti patogeni aerotrasportati negli ambienti confinati, ci sono senza dubbio gli impianti di ventilazione con i relativi sistemi di filtrazione dell’aria. La progettazione e gestione degli impianti di condizionamento e ventilazione deve pertanto cercare di bilanciare esigenze diverse e tra loro contrastanti: quelle legate al risparmio energetico che in questi ultimi anni sono state forse predominanti con quelle della salubrità degli ambienti e della tutela della salute degli occupanti. In questo contesto la filtrazione dell’aria assume un ruolo rilevante: sistemi di filtrazione correttamente progettati, installati e gestiti consentono di ridurre le particelle presenti nell’aria che possono trasportare il virus e quindi limitare la necessità di aumentare eccessivamente la portata d’aria degli impianti di condizionamento e ventilazione.

In sintesi, il documento illustra il comportamento dei contaminanti aerotrasportati, definisce le strategie per l’impiego dei sistemi di filtrazione dell’aria negli impianti HVAC per ridurre la presenza in aria di bioaerosol e fornisce indicazioni sui principi di filtrazione dell’aria, sulle tipologie di filtri disponibili e sulle relative modalità di selezione, utilizzo e manutenzione. Il documento contiene infine un’appendice informativa che fornisce una breve panoramica dei principali dispositivi di disinfezione dell’aria che sempre più spesso sono utilizzati, anche in abbinamento ai filtri, negli impianti di ventilazione e climatizzazione. La pubblicazione di linee guida sulla materia è particolarmente attesa, perché creerà sicuramente condizioni di maggiore chiarezza su un punto di grande importanza, cioè quello di una collaborazione fra strumenti e quindi fra competenze coinvolgendo in maniera sinergica su questi aspetti progettisti, installatori, manutentori e operatori della sanificazione, con risvolti di grande valore aggiunto ai fini di una migliore IAQ.