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In Lombardia cala drasticamente il consumo di energia elettrica

Genio & Impresa, il magazine di Assolombarda, ha diffuso i dati del booklet realizzato dal Centro Studi dell’associazione che fanno emergere una diminuzione dell’utilizzo dell’energia elettrica di ben un quinto. In Lombardia la flessione è stata addirittura maggiore rispetto al resto del Paese.

Energia elettrica e produzione industriale sono due variabili strettamente connesse. Lo dimostrano le stime del Centro Studi Assolombarda diffusi da “Genio & Impresa” (genioeimpresa.it), il magazine dell’Associazione che, mettendo in relazione il calo di un quinto del consumo di energia elettrica in Lombardia e i dati sulla produzione, prevedono addirittura un calo del 45% nell’attività produttiva complessiva della Regione. Se in Italia la domanda di energia si è contratta del -10% a marzo, per poi scendere del -17% ad aprile, toccando i livelli minimi dalla metà degli anni ’90, in Lombardia la flessione è stata maggiore, sia a marzo, mese nel quale è stato registrato un -16%, sia per l’appunto ad aprile.

Interpretando congiuntamente i dati sui consumi elettrici di Terna (che per circa sette decimi originano da industria e servizi) con le flessioni rilevate per la produzione industriale italiana a marzo (-29% tendenziale) e ad aprile (-45%) e tenendo conto della maggiore esposizione della Lombardia all’epidemia, gli esperti di Assolombarda prevedono al ribasso al -35% annuo circa la caduta dell’attività produttiva in Lombardia a marzo e stimano una contrazione di almeno il -45% ad aprile. Complice del calo è soprattutto la significativa diminuzione del numero di imprese attive: quello delle imprese manifatturiere, ad esempio, ha registrato una contrazione dell’1,7% nei primi tre mesi dell’anno.

La ripartenza però fortunatamente sembra essere in vista come dimostra l’analisi relativa ai consumi nel periodo che va dal 4 al 10 maggio, corrispondente alla prima settimana di quella che è stata definita “fase 2”: la domanda di energia elettrica, infatti, è risalita del 10% rispetto al momento più buio del lockdown, quello fra il 23 marzo e il 19 aprile. Anche se il dato si attesta comunque al -12%, rimanendo in negativo, mostra chiaramente gli effetti di una nuova fase, seppur in modo graduale.

 

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