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L’abitare sostenibile promosso a Futura Expo

I tre principi guida nella progettazione della Casa futura sono emersi dal dibattito sull’abitare sostenibile promosso da Olimpia Splendid, brand italiano dell’home comfort, nell’ambito di Futura Expo a Brescia, la prima edizione dell’evento dedicato alla green economy.

In una vetrina dedicata allo sviluppo sostenibile, come quella offerta dalla prima edizione di Futura Expo, il tema della casa non poteva mancare. Da sempre al centro della vita dell’essere umano, come luogo di protezione e condivisione, la casa è anche uno spazio in evoluzione continua, perché legato all’ambiente, alla società e al clima in cui si inserisce. Il progresso delle tecnologie costruttive ed impiantistiche, gli scenari imposti dalla pandemia, i cambiamenti climatici e la crisi energetica sono alcuni dei fattori che influenzano oggi il vissuto legato alla casa e che devono guidare la progettazione dell’abitare futuro per tutelare la sua funzione primaria come luogo di benessere.

Per individuare i principi-guida della casa futura, Olimpia Splendid – brand italiano specialista nella climatizzazione, riscaldamento e trattamento dell’aria di casa – ha invitato martedì 4 ottobre a Futura Expo tecnici, designer, architetti e divulgatori scientifici ad una tavola rotonda sul tema. “La nostra sfida tecnologica è quella di integrare il comfort nell’edificio, garantendo efficienza, semplicità d’uso e rispetto dell’architettura. Le nostre innovazioni contribuiscono a rendere l’edificio efficiente e sostenibile, un vero e proprio hub energetico” ha spiegato Marco Saccone, managing director dell’azienda. Ed è proprio sull’integrazione tra tecnologia e design che si è incentrato il dibattito tra gli esperti, partendo dai nuovi bisogni energetici della casa.

Innovare per rendere la casa più flessibile
Se fino a qualche anno fa la casa era il luogo dell’intimità, con necessità specifiche, oggi la casa è anche spazio di lavoro e addirittura di ricezione turistica, con i centri città trasformati in grandi alberghi diffusi. La sua evoluzione impone a chi si occupa della progettazione di riconsiderarne totalmente i bisogni. “Questa nuova condizione richiede anzitutto una flessibilità in termini di comfort climatico: non si parla più solo di riscaldamento invernale, l’impianto deve essere capace di soddisfare le esigenze anche in estate e non solo per poche ore al giorno come in passato” – ha spiegato Davide Raccagni, product marketing manager di Olimpia Splendid. Ma non è solo il comfort erogato a dover essere flessibile, bensì anche le fonti di approvvigionamento energetico. “Il nostro sistema è sempre più basato sulle energie rinnovabili, che sono però discontinue, e quindi un’abitazione che assorbe energia elettrica come vettore energetico principale deve essere flessibile, per permettere in alcuni momenti di ridurre o addirittura fermare l’assorbimento
elettrico e l’edificio deve essere capace di accettare delle interruzioni, attraverso accumuli di energia e sfruttando la capacità termica del suo involucro” (link alla video intervista completa).

Come il design può integrare la tecnologia
A Futura Expo è emerso anche che in una casa sempre più tecnologica, diventa maggiormente importante considerare l’impianto parte integrante del progetto architettonico. “Un tema interessante è come la nuova impiantistica moderna, che serve a rendere gli edifici più confortevoli ed autosufficienti, possa essere addirittura utilizzata in chiave architettonica. Spesso la ristrutturazione viene fatta mettendo delle toppe che si cercano di nascondere, si potrebbe invece utilizzare queste toppe in modo creativo” ha evidenziato Maurizio Melis, divulgatore di scienza e tecnologia e conduttore di Radio 24 (link alla video intervista completa). Dell’importanza di evitare la “sudditanza tecnologica” ha parlato anche Santiago Miranda di King&Miranda Design, sottolineando come la sfida più grande sia quella di rendere la tecnologia una presenza armonica nell’edificio, nascondendola o valorizzandola a seconda del contesto. “La qualità dell’abitare in una casa si può misurare in tre parametri: un buon clima, l’illuminazione e il controllo del suono. Queste tre cose possono fare di una casa un luogo magnifico o disastroso” ha spiegato Miranda, raccontando come solo attraverso una buona progettazione integrata si possa garantire il benessere indoor.

La casa come elemento vivo di una città
In una nazione come l’Italia, conosciuta per la sua grande varietà urbana, è doveroso considerare la casa non solo come singola entità, ma anche come parte della città. “In Italia abbiamo il più grande patrimonio urbano al mondo, che ha prodotto benessere ed è basato sulle differenze: non città simili a sé stesse, ma una grande estensione di piccole capitali di grande importanza. Il mantenimento in vita di questo grande patrimonio deve rapportarsi oggi con il tema della sostenibilità, che riguarda il clima, l’energia e la cura dei territori. Poter intervenire sulle case, utilizzando la parte impiantistica e gli espedienti tecnologici vuole dire fare i conti con questa responsabilità” ha spiegato Alberto Ferlenga, professore ordinario di progettazione architettonica dell’Università Iuav di Venezia (link alla video intervista completa). Ma il ruolo sociale della casa non si limita all’aspetto architettonico: ben integrata nel territorio che la circonda, la casa futura è anche attiva e in dialogo continuo con gli altri edifici, soprattutto dal punto di vista energetico. “Qualora siano presenti un impianto fotovoltaico e una pompa di calore, la casa deve avere la capacità di interagire con una rete elettrica intelligente, in grado di gestire i flussi di energia non più provenienti da una grande centrale elettrica, ma da tante piccole centrali dislocate all’interno delle abitazioni” ha concluso Raccagni, disegnando uno scenario futuro in cui la casa diventa elemento vivo di una città.

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