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Turboalgor riduce l’impatto della refrigerazione sull’ambiente

Turboalgor è la tecnologia innovativa che riduce l’impatto della refrigerazione sull’ambiente. L’Italia detiene il primato per le emissioni di F-Gas, quindi la refrigerazione sostenibile passa per la graduale riduzione degli HFC verso gas naturali.

Secondo un report di Legambiente i gas HFC, utilizzati principalmente nella refrigerazione e per l’aria condizionata, sono gli unici che continuano a registrare un aumento della loro concentrazione in atmosfera, rappresentando oggi il 4,4% delle emissioni climalteranti in Italia. Tra il 1990 e il 2018, mentre le emissioni totali di gas serra sono diminuite del 17% circa, scendendo da 516 a 428 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, gli HFC hanno registrato, nello stesso periodo, un incremento impressionante pari al 4.000% passando da 0.4 a 16.6 Mt di CO2 equivalente. L’Italia, inoltre, ha un primato negativo in Europa: è il Paese che maggiormente contribuisce alle emissioni di HFC con ben il 17%, seguita dalla Francia e dal Regno Unito. Tuttavia esistono tecnologie in grado di ridurre il loro impatto sull’ambiente, grazie ad un incremento dell’efficienza e della potenza frigorifera di impianti ad HFC, e di accompagnare la difficile transizione verso l’uso di refrigeranti naturali.

Come funziona Turboalgor?

Turboalgor, startup che nasce all’interno della Holding Angelantoni, ha ideato e brevettato una tecnologia che adotta il turbo delle auto all’interno degli impianti di refrigerazione, con un progetto che impiega un team di 10 persone, tra ricercatori, manager e investitori. Il turbo consente di recuperare parte dell’energia che viene persa nella valvola di laminazione, dove il liquido refrigerante passa da una alta a una bassa pressione. Inserendo uno scambiatore di calore, ovvero un economizzatore, e un turbocompressore, è possibile recuperare parte di questa energia, nonché incrementare la potenza frigorifera dell’impianto.

La tecnologia è pensata per impianti frigoriferi nel settore della refrigerazione (bassa temperatura) e del raffreddamento (media temperatura). Ma potrà presto essere applicata anche agli impianti di condizionamento industriali e alle pompe di calore. Dopo una prima fase che ha visto l’installazione di alcune decine di kit su impianti esistenti, principalmente per mostrare l’affidabilità del prodotto e le sue performance, ai fini di un più corretto rapporto costi/benefici, richiede l’integrazione della stessa in impianti nuovi per poter allargare la sua penetrazione sul mercato.

Brevetto per la CO2

Turboalgor guarda anche al futuro con la fase di sperimentazione per la CO2, in un prototipo che concentra la sua attenzione sugli impianti frigoriferi transcritici. Il cuore del progetto è un free piston expander-compressor (FPE) e la sua innovativa valvola di alimentazione dell’espansore. L’espansore, sfruttando il flash gas dell’impianto, consente di effettuare una precompressione del vapore proveniente dall’evaporatore. La valvola di alimentazione consente di avere elevate frequenze di oscillazione del pistone e ottimizza il ciclo termodinamico.

La prima fase sperimentale del progetto ha visto risultati incoraggianti con il raggiungimento del 70% degli obiettivi, in materia di risparmio energetico. Il primo prototipo ha condotto a un risparmio di 14 punti percentuali e ora partirà la seconda fase nella quale l’obiettivo dell’azienda è di migliorare sempre di più le performance e avvicinarsi al traguardo del 20%.

«Siamo attenti ai progressi del mercato. Oggi l’azione più impellente per governi e aziende è supportare soluzioni che garantiscono maggiori prestazioni degli impianti esistenti a fronte di un importante risparmio energetico. E allo stesso tempo, supportare quelle nuove soluzioni che fanno uso di CO2, come di altri refrigeranti naturali, che hanno bisogno di tempo per diventare degli standard sul mercato», conclude Mauro Margherita.

www.turboalgor.it