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Climatizzazione nei locali tecnici

La climatizzazione nei locali tecnici è utile a raffreddare le apparecchiature elettriche ed elettroniche che garantiscono il funzionamento delle reti di comunicazione. Le apparecchiature dedicate sono spesso confinate all0interno di strutture prefabbricate (shelter) che possono essere passive, ibride o interrate nel sottosuolo.

Nel settore delle TLC vengono largamente impiegate strutture prefabbricate destinate a ospitare al loro interno gli apparati di trasmissione e di ricezione di una molteplicità di segnali (radiofonici, televisivi, telefonici ecc.). Inoltre, queste strutture vengono impiegate anche in altri settori strategici come, a esempio, le reti petrolifere di distribuzione, le vie di comunicazione stradale e ferroviaria, la difesa e la pubblica amministrazione. Tali strutture sono note con il nome di shelter. Per quanto riguarda la necessità di climatizzazione nei locali tecnici, le novità tecnologiche hanno portato progressivamente a un ampliamento delle tipologie di shelter: si va da quelli cosiddetti attivi ai passivi, dagli shelter ibridi a quelli collocati nel sottosuolo.

Com’è fatta la climatizzazione nei locali tecnici

Le apparecchiature di climatizzazione al servizio degli shelter devono possedere alcune peculiarità in quanto il loro servizio risulta caratterizzato dalla continuità. Essi sono chiamati a lavorare 365 giorni all’anno, 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. La continuità di servizio impone sollecitazioni non indifferenti al circuito frigorifero e richiede frequenze di fermo-impianto causa guasto limitatissime, nonché rapidità e precisione per lo svolgimento della manutenzione e delle riparazioni.

Allo scopo esiste la possibilità di ricorrere a un monitoraggio e a una diagnosi remota tramite un’interfaccia web grazie alla quale è possibile diagnosticare in tempi rapidi anomalie di funzionamento e poter intervenire velocemente in modo da giungere a una risoluzione immediata dei problemi in qualsiasi situazione La telesorveglianza permette anche di raccogliere, grazie al monitoraggio continuo, una serie di dati storici di funzionamento e di registrarne i valori in modo da poterli impiegare in fase predittiva per anticipare il verificarsi di eventuali ulteriori problematiche operative. Dato che l’unità può trovarsi a lavorare in luoghi molto distanti, e/o di poco agevole accessibilità, l’intervento è realizzabile da remoto intervenendo sulla configurazione dei parametri a distanza.

Climatizzazione nei locali tecnici a servizio continuo

Sempre nell’ottica di avere un’apparecchiatura funzionale al servizio continuo, sono anche previste fonti di alimentazione supplementari, oltre a quella elettrica tradizionale derivante dalla rete alternata. Accumulatori a corrente continua garantiscono l’alimentazione in caso di necessità per assicurare il mantenimento della funzione di raffreddamento, anche in assenza o scarsa disponibilità della rete elettrica primaria.

Taluni shelter sono chiamati a svolgere la loro funzione in luoghi diversi e quindi a essere movimentati anche a lunghe distanze. Il trasporto, che può avvenire via terra, mare o aerea, costituisce fonte di sollecitazione in special modo per il circuito frigorifero ma anche per l’intera apparecchiatura di condizionamento in generale. Ne consegue la necessità di una solidità costruttiva e di assemblaggio del circuito, in grado di ammortizzare le sollecitazioni cui possono essere soggetti durante il trasporto. In aggiunta, le apparecchiature che sono installate totalmente o parzialmente all’esterno sono suscettibili di possibili vandalismi o shock meccanici, legati al fatto che gli shelter prevalentemente sono posizionati in luoghi poco antropizzati e quindi isolati e poco controllabili. Le apparecchiature frigorifere sono del tipo plug-in, pronte a essere messe in funzione non appena la struttura viene posizionata in sito e con minime operazioni prima di essere avviate.

Criticità della climatizzazione nei locali tecnici

Il punto cruciale rimane il controllo della pressione di condensazione in tutte le possibili situazioni operative. Le apparecchiature possono essere chiamate a funzionare sia in climi estremamente caldi, e quindi con pressioni di condensazione elevatissime, oppure in climi freddi, e quindi con crollo della pressione e conseguenti ripercussioni sulla restante parte del circuito frigorifero. Per evitare l’eccessiva caduta della pressione si ricorre all’impiego di valvole barostatiche capaci di evitare che essa scenda al di sotto di un valore di taratura. Tali dispositivi, che possono essere a funzionamento pneumatico o elettronico, compensano l’eccessivo scambio di calore che si verifica al condensatore dovuto alla bassa temperatura dell’aria esterna e quindi mantengono il processo di condensazione a livello standard. Per affrontare e risolvere tali problematiche si ricorre, inoltre, all’impiego di ventilatori della batteria condensante a velocità variabile e di compressori assistiti da moduli a inverter con regolazione digitale.