Attualità

Energy Efficiency Report 2023

Elettrificazione, fonti green e soluzioni digitali per la gestione dell’energia nell’Energy Efficiency Report 2023 presentato da Energy & Strategy.

Nel presentare l’edizione 2023 del report sull’efficienza energetica nel nostro Paese, Federico Frattini, vicedirettore dell’Energy&Strategy, ha ribadito l’importanza di un approccio multi-tecnologico per razionalizzare i consumi. In altri termini ciò significa elettrificazione, fonti verdi e soluzioni digitali per la gestione intelligente dell’energia. I costi energetici lievitati fino a 10 volte rispetto al periodo pre-Covid hanno dato un nuovo impulso, nel 2022, all’adozione di soluzioni di efficientamento dei consumi. A confronto con il 2021, già in crescita sul 2020, si registra un +19% di investimenti in ambito civile (saliti a 10,6 miliardi di euro, di cui però solo un quarto in soluzioni di building automation) grazie in particolare alle caldaie a condensazione e al fotovoltaico, le cui installazioni sono state favorite dai vari bonus edilizi e che vanno nella virtuosa direzione di produrre energia pulita, ma non di razionalizzarla. Nell’industria l’aumento è di quasi il 14% (2,2 miliardi di euro investiti in totale), in linea con il triennio 2016-2019, anche in questo caso per impianti di cogenerazione e fotovoltaico e una quota più modesta, ma in crescita (+22,3%), per soluzioni digitali come sistemi di sensoristica e piattaforme di gestione dei dati, indispensabili per monitorare e ridurre i consumi. È in questa direzione che si deve andare, lavorando anche molto sulla formazione, vero fattore abilitante: oggi sono poche le realtà, soprattutto fra le PMI, che dispongono delle competenze necessarie non solo per internalizzare l’adozione di tali soluzioni, ma anche per comprenderne appieno i vantaggi.

La lentezza italiana

L’Italia, anche grazie al clima mite (ma scontando il quadro normativo meno efficace), si caratterizza per un buon livello globale di efficientamento energetico, al 14° posto tra i 27 Paesi appartenenti alla UE (progetto Odysee Mure) e con un valore medio in termini di Energy Intensity Index (rapporto consumi/PIL) inferiore di circa l’11% a quello europeo nel 2021; eppure, considerando il periodo 2013-2021, il miglioramento è tre volte più lento, tanto da “farci raggiungere” da Germania, Spagna e Francia.

Secondo il report, Il medesimo aumento dei costi energetici a cui si deve la ripresa degli investimenti, infatti, ha limitato la capacità di spesa di imprese e famiglie, che hanno preferito orientarsi verso tecnologie di produzione di energia da fonte rinnovabile – a partire dai pannelli fotovoltaici, il cui ritorno sull’investimento è più immediato e che vengono visti come “sostituitivi” di interventi di efficientamento (ma l’industria è intervenuta pesantemente anche nel processo produttivo, introducendo la cogenerazione e il recupero dei cascami termici) – rispetto a soluzioni digitali e intelligenti che rappresentano la vera chiave di volta per monitorare i consumi e ridurli, con il risultato che in questa direzione l’Italia sta procedendo a un ritmo di 3 volte inferiore alla media europea.

“La decarbonizzazione dell’edilizia – ha commentato Federico Frattini – deve passare attraverso un approccio multi-tecnologico fatto di elettrificazione, efficienza, fonti energetiche green e gestione intelligente dell’energia. Pompe di calore e sistemi BEMS (Building Energy Management Systems) rappresentano elementi fondamentali in questa transizione.

Non si può prescindere dalla componente digitale, da soluzioni smart in grado di offrire, tramite l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale e machine learning, diagnosi, analisi dei dati e predizioni che non solo ottimizzino l’uso dell’energia, ma contribuiscano al benessere degli occupanti. Sia negli gli edifici civili che in quelli industriali: secondo un’indagine che abbiamo condotto, infatti, nei prossimi 5 anni questo tipo di soluzioni passerà dall’attuale 11% al 27% del totale degli investimenti delle imprese, e in ambito residenziale dall’8% al 16%. Per favorire questa trasformazione vanno mantenuti gli incentivi, che però devono essere in qualche caso corretti, razionalizzati (ce ne sono troppi e in conflitto) e resi stabili, come si auspicano gli operatori del settore”. Il venire meno del credito d’imposta, però, avrà certamente un impatto negativo”.

Idrogeno: occorre prospettiva di lungo periodo

Una strategia condivisa e supportata a livello istituzionale per rendere l’Italia leader nel settore idrogeno. È questa la richiesta unanime dei protagonisti del comparto, emersa in occasione del primo Italian Hydrogen Summit, l’evento organizzato da H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, che ha riunito istituzioni nazionali ed europee, aziende, esperti e operatori del settore. Al centro dell’incontro, l’enorme potenziale del vettore idrogeno, il quale oltre agli investimenti in continua crescita dei privati può contare sui 3,64 miliardi di euro destinati dal PNRR allo sviluppo del settore.

L’idrogeno è una delle opzioni fondamentali per la decarbonizzazione di tanti settori, dalla mobilità, all’industria, fino alle infrastrutture. Rappresenta un’opportunità unica per l’Italia in termini economici, energetici, di sicurezza. Occorre però una visione unica, una strategia che possa consolidare l’attuale fase di sviluppo di progetti idrogeno, permettendo alle aziende di operare in un quadro più sicuro che non metta a rischio gli investimenti fatti e ne abiliti di nuovi.

Osservatorio FER: crescono fotovoltaico ed eolico

Secondo lo studio di ANIE Rinnovabili sulla base dei dati Gaudì di Terna, nei primi tre mesi del 2023 si registra un totale cumulato di 980 MW di nuova potenza installata (+116% rispetto allo stesso periodo del 2022), così suddiviso: 882 MW per fotovoltaico (+104%), 94 MW per eolico (+761%) e 5 MW per idroelettrico (-53%). Per quanto riguarda il fotovoltaico il numero di installazioni di potenza inferiore ai 10 kW costituiscono il 91% del totale, quelle tra 10 kW ed 1 MW l’8,97% e infine sopra 1 MW lo 0,03%. Gli impianti di taglia superiore a 1 MW, realizzati nel 1° trimestre sono 23. Tra questi sono stati connessi un impianto da circa 7 MW in Piemonte, uno da circa 9 MW in Sicilia e uno da circa 8,5 MW in Emilia-Romagna. Complessivamente sono stati connessi alla rete da gennaio a marzo 2023 poco più di 93.000 impianti.

Per l’eolico nel 1° trimestre 2023 si osserva un trend in crescita con circa 94 MW di nuova potenza installata costituiti per la maggioranza da impianti di potenza superiore a 5 MW. Sono 3 gli impianti connessi con potenza superiore a 5 MW: uno in Puglia con una potenza di 12,6 MW, uno in Sardegna di potenza 30 MW e l’ultimo in Puglia con una potenza di circa 40 MW.