Normativa

IAQ: qualcosa si muove verso la qualità dell’aria indoor

I segnali di attenzione verso una migliora qualità dell’aria indoor si stanno intensificando e si crea un metodo più concreto. Soprattutto si profila la possibilità di avere dati di efficacia rigorosamente avvalorati per i dispositivi (purificatori e filtri) anche in rapporto al contrasto dell’inquinamento microbiologico.

Un’altra volta finalmente, l’avevamo scritto sul numero di novembre commentando le linee guida che erano state pubblicate con il cosiddetto Decreto Scuole, ma l’iniziativa stavolta è sicuramente ancor più specifica e interessante. Se a fine luglio il legislatore aveva dato indicazioni di principio sulle regole che presiedevano l’adozione di sistemi di contrasto alla presenza di inquinanti e contaminanti e aveva affrontato – ancora una volta finalmente – in un’ottica multidisciplinare e di sinergia la questione, questa volta ci troviamo a salutare l’avvio di un’attività di normazione che è a dir poco fondamentale.

Già, perché le iniziative che andiamo a presentare riguardano da un lato la creazione di un metodo di valutazione dei dispositivi mobili di purificazione dell’aria, dall’altro rimettono in campo una discussione sulla filtrazione che tenga conto anche delle problematiche microbiologiche.

Un segnale che riteniamo importantissimo, perché si verifica in ambito europeo e vede una leadership italiana nella conduzione del lavoro di approfondimento: da un lato giusto riconoscimento va al lavoro del Comitato Termotecnico Italiano per il ruolo, dall’altro un impegno viene richiesto a tutti gli attori di questa elaborazione perché si producano delle indicazioni chiare e utilizzabili, che supportino il lavoro dei tecnici sul campo nella direzione “filosofica” che le Linee Guida di luglio avevano impostato.

Le regole per la purificazione dell’aria indoor

È il notiziario del Comitato Termotecnico Italiano a darci notizia che è in corso di pubblicazione l’IEC/PAS 63086-3-1 (Public Available Specification) dal titolo “Method for Assessing the Reduction Rate of Key Bioaerosols by Portable Air Cleaners Using an Aerobiology Test Chamber” (Metodo di valutazione del tasso di riduzione dei bioaerosol chiave attraverso purificatori d’aria portatili grazie all’uso di una camera di test di aerobiologia).

La proposta avanzata e approvata dall’IEC/SC 59N “Electrical air cleaners for household and similar purposes” (Purificatori elettrici per scopi domestici e simili) si prefigge di dare in tempi ragionevoli a produttori, laboratori di prova, enti governativi e utenti uno strumento metodologico per disporre di un metodo di prova comune: ci si propone così di avere una griglia tecnica che permetta di valutare le prestazioni dei purificatori d’aria in termini di riduzione di microrganismi, compresi i virus, nell’aria degli ambienti.

Chi scrive su Energia e Ambiente annota che “A causa (o grazie?) alla recente pandemia, l’attenzione alla qualità dell’aria indoor è tornata prepotentemente alla ribalta e, sebbene da più parti sia stato ribadito come la diluizione con aria esterna resti la strategia principale per assicurare la salubrità dell’aria degli ambienti, il mercato dei purificatori d’aria portatili è cresciuto in modo esponenziale in questi ultimi anni. Anche le recenti linee guida per la qualità dell’aria negli ambienti scolastici, pur sottolineando come l’utilizzo dei purificatori d’aria non possa sostituire le altre misure di riduzione del rischio di contagio quali l’uso della mascherina, il distanziamento fisico e in particolare il ricambio dell’aria e la ventilazione, riconoscono il ruolo che tali dispositivi possono svolgere e prevedono che siano accompagnati da “documentazione attestante test specifici che dimostrino: efficacia e sicurezza nelle condizioni di utilizzo”.

Questi richiami al dibattito in corso collocano l’iniziativa in maniera ancora più pertinente, perché Anna Martino che scrive sulla rivista del CTI annota un fatto estremamente rilevante e cioè che: “Allo stato attuale manca una norma di prodotto che consenta di dichiarare le diverse caratteristiche di questi dispositivi con riferimento ad una metodologia univoca in grado di consentire anche il confronto tra le diverse soluzioni presenti sul mercato”.

La presenza di una simile metodologia creerebbe un effetto di riordino nel mondo delle promesse pubblicitarie dei dispositivi di purificazione portatile che sono stati largamente oggetto di campagne promozionali dove si rincorrevano affermazioni che finalmente (scusate la ripetitività!) avrebbero un riscontro oggettivo in un metodo di prova. Salutiamo quindi con interesse la nascita del progetto di norma (la serie IEC 63086) che l’IEC/SC 59N si propone di realizzare per andare a supportare un lavoro sempre più necessario e richiesto da parte di committenti e utenti di spazi confinati.

Va da sé che i prodotti di cui tratterà la norma sono definiti “complessi” in quanto poggiano principi tecnico scientifici differenti: raggi UV, ozono, ossidazione fotocatalica, solitamente in abbinamento a sistemi di filtrazione meccanica (con filtri HEPA e questo genera una prospettiva di tempi lunghi per la predisposizione dell’intero pacchetto di norme. Proprio per questo è stata approvata – conferma appunto l’articolo – la pubblicazione del documento citato. L’IEC/PAS 63086-3-1 riprende i contenuti della U.S. AHAM Standard AC-5:2022 (Association of Home Appliance Manufacturers) e sarà ritirata al momento della pubblicazione della corrispondente parte della IEC 63086.

Notiamo ancora una volta con grande interesse che “Il documento specifica una metodologia di prova per valutare la capacità dei purificatori d’aria domestici portatili di ridurre la concentrazione e la vitalità dei microorganismi, definisce i bioaerosol di riferimento nonché le caratteristiche della camera di prova. Si tratta dunque di un primo importante passo nella definizione di una normativa comune per il settore”.

Una nota di una certa importanza: la presenza di una definizione “statutaria” del bioaerosol porta a chiarezza un punto che all’inizio della pandemia non era stato ben condiviso ma che studi ed esperienze sviluppatesi in questi tre anni hanno ormai accertato. L’inquinamento microbiologico (e il conseguente rischio di contagio) avviene per aerodispersione e il contrasto dello stesso deve partire da questo assunto, particolarmente rilevante in ambienti indoor. Sottolineiamo con piacere che l’attività in corso in ambito IEC/SC 59N è svolta in collaborazione con l’ISO/TC 142 Cleaning equipment for air and other gases – competente sugli aspetti di filtrazione e pulizia dell’aria – e quindi seguita dalla CT 242 del CTI, a ribadire la centralità dell’esperienza italiana sull’argomento e sulle metodologie.

Filtrazione dell’aria, miglioramenti a livello europeo

Si è svolta a Delft la 18° riunione plenaria dell’ISO/TC 142 “Cleaning equipment for air and other gases”, riunione che ha rimesso a fuoco alcune tematiche la cui importanza ai fini dello sviluppo di una cultura tecnica dell’indoor air quality è quanto mai tangibile. Prosegue infatti la revisione della ISO 29464 “Cleaning equipment for air and other gases – Terminology” con l’obiettivo di aggiornare periodicamente la norma includendo tutti i termini utilizzati nelle norme del TC 142 di recente pubblicazione. A seguito delle inchieste per la revisione periodica delle norme si è deciso di avviare i lavori di revisione delle seguenti norme:

  • ISO 16890-1:2016 Air filters for general ventilation — Part 1: Technical specifications, requirements and classification system based upon particulate matter efficiency (ePM);
    (Filtri dell’aria e ventilazione in genere – Parte 1: specifiche tecniche, requisiti e sistemi di classificazione basati sulla tematica del particolato)
  • ISO 15957:2015 “Test dusts for evaluating air cleaning equipment. (Test delle polveri per la valutazione di strumenti di purificazione dell’aria)

Il gruppo di lavoro dedicato ha concluso i lavori di definizione di un sistema di classificazione per i filtri per la rimozione degli inquinanti gassosi ed è stata pubblicata la nuova ISO 10121-3:2022 “Test method for assessing the performance of gas-phase air cleaning media and devices for general ventilation – Part 3: Classification system for treatment of make up air” (NDR norma sviluppata in collaborazione con il CEN e quindi recepita come EN).

Un altro gruppo di lavoro specificamente focalizzato sulle tecnologie a raggi ultravioletti si sta occupando della revisione della ISO 15858 “UV-C Devices – Safety information – Permissible human exposure” (Strumenti a base di raggi ultravioletti – informazioni di sicurezza – Esposizione ammessa per gli esseri umani).

Infine, come già ricordato in precedenza, prosegue l’attività congiunta tra IEC/SC 59 N e ISO/TC 142 per lo sviluppo di una norma (serie IEC/ISO 63086) per determinare le prestazioni degli apparecchi elettrici domestici e similari per la purificazione dell’aria. L’augurio è che questi progetti si concretizzino al più presto in testi applicabili alla realtà operativa quotidiana.

Sistemi di filtrazione e depurazione per la qualità dell’aria indoor