
Il progressivo avvento dei gas refrigeranti naturali infiammabili, pone chi opera sugli impianti a livello di installazione e manutenzione nella condizione di poter operare in piena sicurezza. Norme ce ne sono, tuttavia dagli installatori sono richieste una maggiore focalizzazione sul tema e la disponibilità di indicazioni tecniche che siano chiare, puntuali, precise.
F-GAS: tecnica e burocrazia
Il Regolamento F-Gas sta producendo un cambiamento importante nel lavoro quotidiano, un cambiamento che è radicale dal punto di vista del tecnico, perché lo impegna non solo sotto il profilo burocratico a una maggiore quantità di adempimenti, ma perché comporta molte attenzioni e molte attività complementari agli aspetti puramente termodinamici. La quantità di implicazioni sul fronte della sicurezza che nascono dall’uso di refrigeranti infiammabili è infatti un elemento delicato e decisamente complesso, soprattutto in mancanza di consapevolezza sugli adempimenti necessari per operare nelle condizioni di tranquillità con i gas che i produttori stanno sempre più largamente utilizzando.
Ne parliamo con Saverio Fratini, titolare della ditta Saverio Fratini Climatizzazione, che ci illustra con esplicita preoccupazione la traiettoria di maggiore impegno richiesta all’operatore della climatizzazione dalle nuove regole del gioco e da come queste sono state interpretate da chi produce macchine e impianti di climatizzazione.
L’operatore della climatizzazione ha a che fare con nuove regole in termini di gas refrigeranti naturali. Come vi state comportando adesso rispetto al passato, in questo ambito?
“Stiamo lavorando ancora con R410 e su impianti di piccole dimensioni operiamo con R32 in ragione di un calcolo della carica totale che comporta anche misure di tubazioni contenute. Tuttavia dobbiamo prendere atto che i produttori stanno mettendo sul mercato prevalentemente soluzioni contenenti propano e questo richiede da parte nostra ulteriori adempimenti e attenzioni particolari”,
Per esempio?
“A livello di sicurezza la situazione richiede molte attenzioni nel momento di assistenza e manutenzione, quando si interviene a riparare o sostituire componenti. Il lavoro su questi impianti cambia e ne sono consapevoli anche i produttori, che stanno promuovendo corsi, ma questo andrà a incidere sicuramente sui costi presso il cliente finale perché la sostituzione di un compressore su un impianto che funziona con R410 è meno onerosa, mentre quando lavoriamo sull’R290 si raddoppiano le operazioni”.
In particolare a che cosa si riferisce?
“Se si ha a che fare con i gas refrigeranti naturali infiammabili si debbono svolgere le operazioni in modalità estremamente accurata, sbagliare l’esecuzione di una riparazione è decisamente pericoloso. Peraltro rilevo che la percezione di rischio non è diffusa come meriterebbe, non si può essere superficiali in queste circostanze e non vorrei che prima o poi possa succedere un brutto incidente.
“La parola sicurezza è sulla bocca di tutti, ma il legislatore ha impresso un’accelerazione verso soluzioni che proprio dal punto di vista della sicurezza meriterebbero approfondimenti. Inoltre, non si dà tempo agli installatori e ai manutentori di attrezzarsi tecnicamente e culturalmente per gestire la “nuova” tecnologia in modalità sicura. Teniamo presente che la velocità è il peggior nemico della sicurezza.”
Che cosa occorre in primo luogo?
“A mio avviso servirebbe un’indicazione precisa e chiara delle attività da svolgere nei manuale di installazione da parte dei produttori, tali da coprire le più ampie casistiche. Anche il legislatore dovrebbe fare la sua parte: va bene avere attenzione nei confronti dell’ambiente, ma deve mettere nelle condizioni il lavoratore di poter agire in sicurezza con indicazioni chiare, semplici e ben divulgate.
“La riduzione del GWP ha portato ad utilizzare sempre più spesso gas refrigeranti naturali infiammabili: non esistono ormai tecnologie che utilizzino refrigeranti in classe A1 e quindi non ci sono alternative. L’utilizzo del propano tuttavia, è bene sottolineare ancora, richiede soluzioni tecnologiche e procedure di installazione e manutenzione particolarmente impegnative, anche se abbiamo circuiti secondari.”
Può fare qualche esempio?
“Nei contesti edili di riqualificazione, in particolare nei centri storici dove a volte lo spazio utile è scarso, occorre valutare attentamente la possibilità di installazione e manutenzione rispettando parametri di sicurezza specifici dell’R290. Potrebbero esserci vincoli determinati dalla conformazione della dislocazione dell’unità esterna tali da rendere problematica l’installazione”.
Che fare quando si tratta di sostituire un impianto il cui gas non è più ammesso dal Regolamento?
“Impianti che sono nati con concezioni semplificate, determinate dal fatto che vi erano utilizzati gas inerti, sono decisamente ostici da sostituire con sistemi che in realtà sono più complessi. Anche un impianto idronico comporta rischi di utilizzo. Per esempio in caso di perdite nello scambiatore il gas può mescolarsi con l’acqua. Questo è un pericolo che si può eviare introducendo uno scambiatore sacrificale nel mezzo, e quindi proteggendo il circuito idronico, ma questo comporta costi aggiuntivi e complicazioni installative non da poco”.
Se poi parliamo dell’installazione di un chiller con gas infiammabili ci altri fattori da valutare quali la distanza da tombini, bocche di lupo, linee elettriche, fattori importanti che implicano anche un’attenzione a livello di assistenza e manutenzione. Sarebbe davvero utile che questa sensibilità fosse estesa a monte e prima del lavoro di installazione, perché anche il commerciale e il progettista debbono sapere bene di che cosa si sta parlando e che cosa si deve fare. Ciascun attore della filiera, nel proprio ruolo, dovrebbe domandarsi se per prima cosa ha a cuore la sicurezza”-
Eppure, le norme tecniche esistono
“Vero, ma c’è spazio per migliorare. Chi legifera dovrebbe scrivere le regole pensando anche alla sicurezza in fase di installazione e manutenzione, non solo all’ambiente. Oggi chi fa il mio lavoro si trova in una situazione di disagio perché non ho mano procedure per operare con piena sicurezza per noi e per l’utente nelle varie situazioni che possono capitare”.
In altri settori la questione è stata affrontata con norme tecniche che hanno messo i tecnici nelle condizioni gente di sapere esattamente come agire, è possibile anche nel mondo del raffrescamento e riscaldamento?
“Sarebbe la soluzione ideale a condizione che venisse scritta ascoltando i tecnici, per avere una norma nazionale da cui partire, anche per affrontare quella parte burocratica come per esempio la dichiarazione di conformità, fermo restando che il problema a monte è quello del riconoscimento del valore del nostro lavoro: gestire correttamente la complessità tecnologica e assicurare condizioni di funzionamento appunto sicuro determina la necessità di competenze, aggiornamento, strumentazione e questo deve ottenere un adeguato corrispettivo economico, anche per gli oneri che comporta. Depositare una dichiarazione di conformità che rispetta la legge e tutela il cliente è un’attività sempre più complessa, perché richiede un’attività, l’analisi e valutazione del rischio, che non può essere effettuata alla leggera”.
E i produttori a suo avviso come si stanno muovendo?
“Sotto il profilo del prodotto possiamo dire che le macchine e le apparecchiature escono dalla fabbrica correttamente equipaggiate: i prodotti sono dotati di strumentazione di sicurezza specifica e di sistemi di controllo e sensoristica adeguati, ma questo non basta. Alcune case madri se ne sono rese conto e ci forniscono importanti e utili vademecum che ci permettono di sapere quali sono le regole che di volta in volta devono essere rispettate nell’installazione e, se manca la totale conformità a queste regole, non si mette in moto la macchina.”
Questo comunque vi tutela
“Certo, ma auspico una maggiore diffusione della cultura tecnica specifica e di pari passo un adeguato riconoscimento della competenza necessaria. Solo in presenza di un know how strutturato e di un corrispettivo economico coerente sarà possibile portare la nuova generazione di prodotti ad essere installata e manutenuta in condizioni corrette”.
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