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Le istituzioni in disaccordo sulla centrale geotermica in Val di Paglia

In controtendenza con le intenzioni del governo di favorire le rinnovabili, il ministro della Cultura Dario Franceschini ricorre contro la realizzazione della centrale geotermica in Val di Paglia.

“Ora si bloccano anche gli impianti a fonti rinnovabili in aree industriali”, è il commento a caldo del presidente del Coordinamento FREE, Livio de Santoli, a proposito della firma da parte del ministro della Cultura Dario Franceschini del ricorso della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo alla presidenza del Consiglio dei Ministri contro la realizzazione della centrale geotermica in Val di Paglia. “Non è possibile che il presidente del Consiglio Mario Draghi affermi che il governo sta sbloccano le rinnovabili, ritenute essenziali per il futuro del paese, anche di fronte alla crisi Ucraina, e il ministro della Cultura Dario Franceschini blocca un impianto innovativo che sorge in una zona industriale”.

“La centrale geotermica in Val di Paglia – prosegue Livio de Santoli – è un impianto che è stato autorizzato da tutte le istituzioni competenti, inclusa la VIA, che è fortemente voluto dall’amministrazione del Comune di Abbadia San Salvatore e che potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle tecnologie geotermoelettriche per una nuova era della generazione elettrica, senza emissioni in atmosfera grazie a un innovativo sistema a ciclo binario a reiniezione totale sia della fase gassosa che di quella del fluido geotermico. Sul fronte paesaggistico, l’occupazione di suolo della centrale geotermica in Val di Paglia è di circa 1,5 ettari in area industriale, mentre la potenza elettrica è di 10 MW alla quale si associano 20 MW termici che saranno ceduti alle attività industriali della zona che ne faranno richiesta. Autorevoli studi sul ciclo di vita dimostrano che gli impatti sull’ambiente sono notevolmente migliori rispetto alla media dei sistemi produttivi nazionali. Con questa decisione oltre che al contrasto ai cambiamenti climatici si va anche contro lo sviluppo tecnologico”.

“Questo impianto è particolarmente significativo – continua Livio de Santoli – perché si tratta del primo in Italia, mentre ce ne sono a decine nel mondo, a utilizzare il ciclo binario con il quale si preleva solo il calore necessario alla produzione energetica, mentre i fluidi geotermici sono reiniettati nella falda di provenienza, senza emissioni in atmosfera e senza squilibri della falda stessa e che potrebbe diventare uno standard a basso impatto per utilizzare la fonte geotermica in Toscana e altre zone d’Italia”.