Esperto Risponde

Intervista a Michele Giolito: il progettista termotecnico si racconta

L’ing. Michele Giolito, project manager e lead project engineer per la Società Impianti Tecnologici S.p.a. (già Panzeri S.p.a.), ci racconta il suo percorso di vita attraverso le sue molte esperienze professionali. Il mondo della progettazione termotecnica e non solo, visto da ogni lato e spiegato con le parole di un protagonista del settore.

DAGLI STUDI ALLE PRIME ESPERIENZE PROFESSIONALI

Michele Giolito: Mi sono diplomato all’Istituto tecnico Quintino Sella di Biella come perito meccanico. Dopo il diploma mi sono iscritto a Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino, immaginando già il mio futuro professionale legato all’ambito impiantistico. L’ingegneria è una formazione ad ampio spettro che abbraccia molte discipline, l’indirizzo termotecnico l’ho sentito più affine alla mia vocazione impiantistica. Ho iniziato a lavorare nello studio Tecnicaer di Torino, che ha come core business l’impiantistica ospedaliera. Poi sono passato a uno studio di Milano, la Progettisti Associati Tecnarc che ha solidi legami con AiCarr, dove ho continuato ad occuparmi prevalentemente di impianti per ospedali. Ritengo che nel campo dell’impiantistica civile gli ospedali rappresentino una delle realtà più complesse e interessanti. Lavorare in questo ambito insegna inoltre ad avere a che fare con gli appalti pubblici e tutto il processo burocratico che comportano. Successivamente ho collaborato con lo studio impiantistico Faletti & Zenucchi di Bergamo, realtà poliedrica che opera in vari settori impiantistici. Fra i molti lavori affrontati, in questo periodo partecipai alla progettazione ed alla direzione lavori del centro commerciale Adigeo di Verona, cantiere durante il cui svolgimento ebbi il primo contatto con la Panzeri che ne realizzò gli impianti meccani.

IL MERCATO DEGLI IMPIANTI NEL SETTORE PUBBLICO

Michele Giolito: Dal Decreto Bersani in poi c’è stata una spending review che ha portato a liberalizzare le tariffe, quindi i grandi studi hanno iniziato a farsi concorrenza scontando sempre di più la parcella della progettazione. Gli studi che lavoravano prevalentemente in ambito pubblico dovevano restare agganciati al mercato, mantenendo sempre aggiornato il curriculum degli appalti, ma allo stesso tempo la tendenza italiana ha portato a una la guerra al ribasso, scontando laddove era possibile ed oltre. Oggi ad esempio si vince una gara di appalto pubblico per la progettazione di un nuovo edificio civile, con sconti sulla parcella della progettazione che arrivano anche al 70%. Questa tendenza purtroppo ha trascinato il mercato verso una progressiva svalutazione del ruolo della progettazione. Forse gli studi di progettazione non sono riusciti a fare fronte comune per evitare la corsa al ribasso delle tariffe, non sono stati in grado di autotutelarsi. Io ho comunque avuto la fortuna di vivere gli ultimi anni ‘buoni’ di questo settore in cui c’era ancora margine per fare progetti di alto livello qualitativo.

L’INTERDISCIPLINARITÀ DELLA PROGETTAZIONE

Michele Giolito: La vera progettazione non tocca mai un solo aspetto dell’impiantistica. Negli studi di un certo livello si lavora sempre in squadra e ogni gruppo di progettisti ha le sue competenze specifiche, ma lo scambio di informazioni tra collaboratori è chiamato ad essere pressoché totale. Questa dinamica porta ad ampliare la propria conoscenza personale di una materia specifica verso una visione d’insieme della struttura non solo dell’impianto, ma dell’edifico nella sua totalità. Non si tratta solo di conoscere la propria area di competenza legata ad esempio all’impiantistica termica, idrica, o antincendio, ma è fondamentale acquisire dal punto di vista ingegneristico nozioni anche sugli impianti elettrici, sulla prevenzione incendi, l’architettura e gli aspetti strutturali di un edificio. Il modo in cui ci si approccia alla progettazione, sedendosi al tavolo con i progettisti e gli impiantisti di tutti i settori, dev’essere di totale collaborazione e interazione tra tutte le parti. Bisogna saper alzare lo sguardo e osservare tutte le discipline che si hanno vicino, solo così si ha una vera e propria crescita professionale.

“Per una concezione innovativa degli impianti consiglierei la laurea in ingegneria chimica, più ancora della meccanica, così da potersi spingere anche verso l’impiantistica di processo”

DIREZIONE LAVORI, NEL PUBBLICO E NEL PRIVATO

Michele Giolito: Negli anni di esperienza maturati presso lo studio Faletti & Zenucchi di Bergamo ho avuto l’occasione di avere a che fare con l’impiantistica di tipo e livello più disparati, comprese anche attività di direzione lavori e collaudi prevalentemente in campo privato. Quando si parla di direzione lavori in campo pubblico l’approccio è spesso piuttosto formale, quasi burocratico, mentre nel civile o industriale privato in molti casi invece si affronta in maniera molto più pratica e operativa. Spesso il cliente privato commissiona un progetto e mentre stai lavorando alla consegna ha già ‘cambiato idea’. In questo caso l’attività del direttore lavori non è solo una continuazione della fase progettuale di assistenza al cliente nel processo di costruzione, ma è un essere chiamati ad inseguire le sue esigenze adattandosi a ogni evenienza ‘plausibile’. Questa varietà di situazioni richiede apertura mentale, capacità di reinventarsi di volta in volta e grande impegno, ma aumenta l’esperienza e gli ambiti di competenza.

LE DIFFICOLTÀ DELLE IMPRESE DI INSTALLAZIONE

Michele Giolito: Le opere edilizie oggi hanno spesso cronoprogrammi contrattuali stretti o strettissimi, nonostante i tempi di realizzazione sostenibili siano di contro più lunghi rispetto a quelli richiesti. Questo causa una continua rincorsa nelle consegne e nelle realizzazioni. Nonostante si continuino poi a realizzare opere importanti, ormai il mondo dell’edilizia tende a lavorare al massimo ribasso costringendo troppo spesso le imprese impiantistiche a ridurre troppo la loro marginalità. Da un punto di vista tecnico, uno degli aspetti più complessi è coordinare la realizzazione degli impianti, ovvero riuscire a conciliare negli spazi previsti dal progetto architettonico tutti gli impianti di cui un moderno edifico ha bisogno. In passato gli spazi previsti erano più adeguati (o comunque gli impianti meno complessi), ed inoltre oggi l’onere di coordinamento effettivo degli impianti è sempre più spesso ‘scaricato’ sulle aziende che li realizzano (il coordinamento effettivo si sta sempre più spostando dalla progettazione definitiva-esecutiva a quella costruttiva). Infine, dal punto di vista progettuale e non solo, oggi non è facile trovare giovani disposti al sacrificio ed all’impegno che richiede l’imparare a progettare oppure a seguire e gestire i cantieri con impegno e continuità, in un settore in cui è fondamentale il coordinamento e il lavoro di squadra.

“Le grandi opere si costruiscono grazie all’impegno di tutti. È fondamentale capire il valore del lavoro di squadra e della condivisone delle competenze”

L’IMPORTANZA DELLA SQUADRA

Michele Giolito: Prendo a riferimento il cantiere del nuovo direzionale ENI a San Donato Milanese, cantiere in cui ho supervisionato l’ingegneria costruttiva degli impianti meccanici per conto della Panzeri e nel quale, nonostante il grandissimo impegno che ha richiesto, spesso mi sono sentito molto fortunato nel potermici cimentare. Nel corso delle opere c’è stato un turnover impegnativo per la squadra della progettazione costruttiva, ma si è formato nel tempo un gruppo centrale di figure professionali tra cui si è stretto un forte sodalizio. La squadra di persone coinvolte ed iprofessionisti esterni alla Panzeri ha inoltre lavorato bene e molti si sono integrati alla perfezione. Nonostante l’impegno richiesto abbia fatto sì che vi lavorassi praticamente in esclusiva, anch’io sono inquadrato come libero professionista rispetto all’azienda che ho rappresentato, status che ho deciso di mantenere per mia volontà personale a favore di una maggiore indipendenza di giudizio. Quando una squadra si amalgama così bene ci si rende conto di quanto sia importante la forza del gruppo, avere la fortuna di gestire una squadra unita di persone è una grande soddisfazione. Nel lavoro di un team nulla è fine a sé stesso, c’è un confronto e un dialogo che porta a condividere esperienza e competenze con sui ci innalza il livello generale di preparazione. Grande è poi stata l’interazione fra la squadra di progettazione e tutte le figure aziendali coinvolte nel cantiere, colleghi che ringrazio insieme alla Panzeri tutta che mi ha permesso di prendere parte a quest’opera sfidante. A titolo personale e professionale vorrei poi ringraziare in maniera particolare Antonio Di Rosa (BIM coordinator) e l’Ing. Antonio Gusso, che erano entrambi in forza per conto di STAIN Engineering.

GLI IMPIANTI MECCANICI DEL NUOVO DIREZIONALE ENI

Michele Giolito: È stata un’opera molto complessa da costruire, perché è ambiziosa dal punto di vista architettonico e questo ha presentato diverse complessità rispetto alla sua impiantistica che, a un primo sguardo, potrebbero non trasparire. Oltre agli spazi installativi spesso piuttosto ristretti, gli edifici prevedono svariate soluzioni impiantistiche: sono previsti soffitti radianti con pannelli metallici alimentati da rete a ‘quattro tubi’, impianti fan-coil a ‘quattro tubi’, impianti aeraulici a portata fissa (CAV) e variabile (VAV), impianti di emergenza per estrazione fumi integrati con gli impianti di ventilazione, impianti VRF-VRV, impianti di climatizzazione ed estrazione per aree cucina e ristorazione, impianti idrici e di gestione globale delle acque, impianti antincendio idranti ad elevate prestazioni e sprinkler, questi ultimi a protezione praticamente integrale delle aree, ed altri impianti ancora. La produzione dei fluidi caldi è realizzata attraverso la connessione al teleriscaldamento cittadino, mentre l’acqua refrigerata è prodotto mediante chiller acqua-acqua ad alta efficienza condensati su circuiti di torre; la distribuzione dei fluidi è poi realizzate con forte propensione alla portata variabile. In questo progetto, che ricordo essere anche un edificio LEED, di fatto si potrebbe dire che sono rappresentate ‘tutte’ le principali tipologie di impianti tecnici disponibili per i grandi edifici di oggi.

Leggi anche:

Progettazione degli impianti: la parola a Samuele Borgonovo

Prendersi cura degli impianti: intervista a Marco Guerra di Erre.Gi.A