
Quando si lavora su un climatizzatore split, è possibile effettuare il recupero del gas refrigerante dalle tubazioni flessibili di collegamento al circuito, evitando così di disperdere questa sostanza inquinante nell’ambiente. Questa operazione si realizza grazie a uno dei due rubinetti posizionati sull’unità esterna dell’apparecchio. Vediamo come procedere nel dettaglio.
Perché è importante recuperare il gas refrigerante
Recuperare tutto il refrigerante contenuto nelle apparecchiature ha molteplici motivi. Il primo riguarda la corretta carica dello split, poiché permette di mantenere le quantità di refrigerante in modo preciso e ottimale. Il secondo motivo è di natura economica: alcuni refrigeranti, come l’R410A o l’R32, sono ormai molto costosi, con 50 grammi di prodotto che possono equivalere a spese di circa 7-8 euro. Se in un giorno si eseguono più interventi, questa cifra può aumentare notevolmente, incidendo sul costo complessivo dell’intervento. Il terzo e più importante aspetto riguarda la salvaguardia ambientale. Recuperando il refrigerante, infatti, si evita di disperderlo in aria, contribuendo alla tutela dell’ambiente e riducendo l’impatto di sostanze inquinanti come gli HFC (ad esempio, R410A e R32).
Come si recupera il refrigerante
Per il recupero del gas refrigerante presente nella linea di collegamento — detta anche “frusta” — si utilizza il compressore dell’impianto. Il principio è creare una depressione all’interno del circuito sul lato di bassa pressione (BP). Questo permette di aspirare tutto il refrigerante dalla frusta, che si trova in pressione rispetto al circuito dello split. Se la frusta è collegata a un manometro o a un gruppo manometrico, è possibile recuperare anche il refrigerante contenuto in questi dispositivi. Nel caso siano collegate anche a una bombola di ricarica, si può recuperare tutto anche da lì. Può succedere che il refrigerante sia in forma gassosa o liquida, soprattutto se si tratta di miscele zeotropiche come il R407C, che richiedono una carica in forma liquida. Le tubazioni di collegamento, il gruppo manometrico e le fruste possono contenere circa 50 grammi di refrigerante, pari al 5-10% della carica totale di uno split. Durante questa operazione, anche se il refrigerante esce dalla bombola, la bilancia registra il peso, ma il refrigerante non entra nel circuito principale, restando all’interno delle tubazioni e dei dispositivi di collegamento.
La procedura di recupero del gas refrigerante
Prima di procedere, è necessario che il compressore sia attivo. Se era stato appena finito di caricare lo split, molto probabilmente il compressore era acceso e si può continuare con il recupero del gas refrigerante. Ma può anche succedere che il compressore sia spento, ad esempio perché si stava misurando la pressione di esercizio senza attivarlo. Per iniziare, con il compressore acceso, si chiude la valvola sul tubo più piccolo (da 1/4”) dell’unità esterna dell’impianto. Questa operazione blocca il flusso di refrigerante verso l’interno, mentre il compressore sfoga tutto il suo gas aspirandolo. Così, si svuota l’evaporatore e tutto il percorso collegato fino all’ingresso del compressore.
Con questa operazione, il refrigerante contenuto nella frusta e nel gruppo manometrico viene aspirato grazie alla differenza di pressione. Quando la pressione nel manometro scende sotto lo zero — ad esempio a -0,7 o -0,8 bar — e si stabilizza, possiamo considerare l’impianto in vuoto e possiamo chiudere la valvola a sfera sulla frusta, isolandola dal circuito. A questo punto, tutta la quantità di refrigerante contenuta nella frusta è stata recuperata e immessa nel circuito dello split. È fondamentale effettuare questa operazione con rapidità e precisione, perché la valvolina Schrader presente sull’attacco deve essere richiuso appena possibile, per evitare che si verifichino fuoriuscite di refrigerante o l’ingresso di aria nel circuito, che potrebbe compromettere il funzionamento e la durata dell’impianto.
Una volta chiusa la valvola, bisogna rimuovere la frusta dall’attacco dello split con attenzione, evitando perdite di gas e contaminazioni di aria. Effettuata questa operazione, si può riaprire velocemente la valvola sul tubo da 1/4” dell’attacco dello split, in modo da ristabilire il normale flusso di refrigerante nel circuito. È importante agire prontamente perché un’interruzione troppo lunga può portare il compressore a lavorare in condizioni di vuoto con alti rapporti di compressione, causando un aumento del rumore e potenziali danni nel lungo termine. Dopo aver aperto la valvola, il circuito tornerà a pressione normale e si potrà osservare il ritorno alla condizione di funzionamento ottimale. Per verificare che il sistema sia stato recuperato correttamente, si può monitorare la temperatura e la pressione delle tubazioni: durante questa fase, si formano brine o condensa sulla tubazione da 1/4”, che dovrebbe sciogliersi non appena il sistema ritorna alla normale temperatura di evaporazione.
Il recupero del gas refrigerante è un’operazione fondamentale non solo per rispettare le normative ambientali, ma anche per garantire l’efficienza e la sicurezza dell’impianto nel tempo. Eseguire questa procedura con cura permette di evitare sprechi e contaminazioni, contribuendo alla sostenibilità e alla corretta gestione delle refrigeranti nel settore HVAC.
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