Attualità

Ugo Pettinaroli confermato Presidente AVR

Coniugato, con due figli, Ugo Pettinaroli è Amministratore Delegato della Fratelli Pettinaroli SpA e CEO del Gruppo Pettinaroli.

L’Assemblea ha altresì rinnovato il Consiglio Direttivo per il prossimo biennio che risulta così composto: Vice Presidenti – Capi Gruppo: Costruttori Rubinetteria Sanitaria – Federico Albertoni (V.A. Albertoni Srl) Costruttori Valvole e Rubinetteria in Bronzo e Ottone – Sandro Bonomi (Rubinetterie Utensilerie Bonomi Srl) Costruttori Valvole Industriali ed Attuatori – Paolo Beretta (Saint Gobain Pam Italia SpA) Costruttori Raccordi e Componenti – Leonardo Baldrati (Eurotubi Europa Srl) Consigliere Tesoriere – Massimo Latorraca (La Torre SpA). Consiglieri: Andrea Bighinzoli (Giacomini SpA) Renato Brocchetta (Rubinetterie Bresciane Bonomi SpA) Marco Caleffi (Caleffi SpA) Maurizio Huber (Huber Cisal Industrie SpA) Andrea Latorraca (Rubitor Srl) Ambrogio Perego (Cvb Valves Srl) Andrea Villa (Auma Italiana Srl).

Del Consiglio Direttivo fanno parte il Presidente Onorario Savino Rizzio (VIR Valvoindustria SpA) e il Past President Sandro Bonomi (Enolgas Bonomi SpA).

“Il nostro Made in Italy ci vede al primo posto nella produzione di rubinetteria gialla e industriale e al secondo nella rubinetteria cromata – dichiara il Presidente Pettinaroli. Ma non è seconda a nessuno grazie alla italianità dei nostri punti di forza, all’innovazione e al design. Farci maggiormente sentire in Europa e apprezzare nel mondo è una forte necessità e ne abbiamo avuto conferma nelle riunioni del Ceir (Comitato europeo industria Valvole e Rubinetteria). Se non saremo più presenti, attivi e proattivi saranno altri a prendere importanti decisioni per noi, in tal caso perderemo la posizione di leader che ci appartiene. Il brand Italia deve essere protetto, accudito e promosso da noi, la tecnologia insita nelle nostre valvole, il design dei nostri rubinetti dovranno continuare ad essere riconosciuti come il fiore all’occhiello da tutti. Oggi è urgente fare sistema perché la sfida è globale, non più locale”.