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Focus Materie Prime: aumentare produzione acciaio e intervenire su caro energia

Al fine di inquadrare le dinamiche correnti e prospettiche dei mercati in una fase storica connotata dagli effetti negativi della pandemia, della crisi energetica e del conflitto russo-ucraino, Anima Confindustria propone il quinto appuntamento del suo osservatorio congiunturale periodico Focus Materie Prime, che si tiene mercoledì 20 luglio, dalle ore 15,30 alle ore 17.

Focus Materie Prime di Anima Confindustria:«Necessario aumentare la produzione di acciaio in Italia e intervenire sul caro energia». Secondo le analisi di Achille Fornasini, prevista un’inflazione in continua crescita e un rincaro del prezzo del gas. Il caro energia, l’alta volatilità dei prezzi delle materie prime, la scarsità delle forniture e i ritardi nelle consegne continuano ad affliggere il sistema manifatturiero italiano. Esplosi con la pandemia e aggravati prima dalla crisi geopolitica e poi dal conflitto russo-ucraino, questi problemi alimentano incertezze e instabilità dei mercati sui quali si abbattono anche gli effetti di un’inflazione pervasiva, che a sua volta alimenta timori di strette monetarie dalle ricadute potenzialmente depressive.

«Le aziende della meccanica» dichiara il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli, «continuano a soffrire la mancanza di materie prime e microchip, spesso non riuscendo a evadere gli ordini in tempi brevi. Soprattutto le aziende che lavorano nei settori collegati all’edilizia si trovano oggi ad avere un’alta richiesta di tecnologie per la casa, ma un ritmo produttivo che non riesce a soddisfare la richiesta del mercato. Per aziende di molti altri settori si tratta invece di crisi, soprattutto per le imprese di trasformazione che trattano acciai e lamiere, alluminio e bronzo. Non da ultimo, il rincaro delle materie prime sta causando da circa due anni una riduzione della marginalità delle aziende della meccanica, che si trovano a lavorare materiali in continuo rialzo senza la possibilità di scaricare tutti i costi sul cliente finale. Considerata la situazione fuori controllo, si rendono necessari tre passaggi: prima di tutto, aumentare la produzione di acciaio in Italia. In secondo luogo, intervenire sul tema dei noli marittimi, rincarati anche del +500% in alcune tratte con un effetto devastante sul prezzo dei materiali importati in Italia. Infine, è necessario intervenire in maniera strutturale sul caro energia, permettendo alle aziende di alleviare l’incidenza delle bollette sui costi aziendali. Come Anima – conclude Nocivelli – apprezziamo le misure contenute nel Dl Aiuti, dove però manca una visione futura e un piano effettivo per i prossimi anni sul tema energetico».

Achille Fornasini, professore all’Università degli studi di Brescia e coordinatore dell’osservatorio congiunturale di Anima Confindustria, analizza la situazione attuale: «Mentre la Banca Centrale Europea per il momento non tocca i tassi malgrado l’inflazione galoppante sospinta dalla mostruosa bolletta elettrica, la Federal Reserve li alza per raffreddare la domanda interna. Il divario tra i rendimenti dei bond americani ed europei rafforza il dollaro che, già portatosi sui livelli di 20 anni fa, contribuisce ad acutizzare l’inflazione europea a causa dell’aumento dei valori in euro dei beni importati. Se l’inflazione persiste ai livelli attuali anche la Bce, come peraltro ha già annunciato, sarà anch’essa costretta ad alzare i tassi: ciò significherà un’ulteriore penalizzazione per le nostre imprese, che già vedono alzarsi i costi sui finanziamenti bancari con conseguenti disincentivazioni agli investimenti. In Europa – prosegue Fornasini – il prezzo del gas si proietta verso i massimi storici sull’onda delle paure di un blocco delle forniture russe: una prospettiva preoccupante per l’economia europea e nazionale, che già subisce costi energetici tali da innescare sottodimensionamenti produttivi delle industrie energivore. Tra le rare notizie in controtendenza si segnalano i cali dei prezzi metallurgici e siderurgici che, dopo un primo trimestre di ampi rialzi in scia ai trend dei due anni precedenti, registrano cospicue flessioni, riportando le quotazioni su livelli più equilibrati».