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70° Vismaravetro all'insegna della sperimentazione

La storia narra che il signor Elia Vismara comincia a lavorare il vetro nel 1947. Non c’è una certezza, come accade spesso per le cose nate nell’immediato Dopoguerra. Quindi occorre fidarsi della trasparenza dei racconti orali.

Vismaravetro così come la conosciamo oggi è figlia di un’evoluzione industriale: negli anni Settanta, con l’introduzione del vetro temperato nei processi industriali, il marchio concentra la produzione sulle cabine doccia. Da lì ad oggi succedono molte cose e il risultato è un marchio riconosciuto per la qualità e per la capacità di rinnovare una tipologia produttiva che, apparentemente, non lascia grande spazio alla diversificazione. Il merito va innanzi tutto all’ingegner Vismara, che rappresenta la seconda generazione di Vismaravetro insieme alla moglie Elisa Giussani, da sempre accanto a lui in azienda. Oggi la coppia è affiancata da Elia e Stefano, che proseguono il lavoro in un’azienda a impianto decisamente famigliare.

C’è un altro Elia, quindi, a festeggiare i settant’anni oggi: il nipote del fondatore. E per celebrare settant’anni di storia ha deciso di fare qualcosa di controintuitivo per un imprenditore: qualcosa che non è un prodotto.

Matteo Ragni, designer milanese coetaneo di Elia, viene interpellato per fare sperimentazione sui decori per le cabine doccia. Nasce una ricerca spontanea intorno a un pattern che ricorda i decori più classici dell’italianità e che, contemporaneamente, gioca con l’ossessione per il non sense prospettico. Un’architettura fatta di sette strutture concentriche, come gli anelli che si contano per conoscere gli anni di un albero.

Questo non è un prodotto, è un disegno. È il festeggiare di una sperimentazione tecnica e grafica in cui raramente si può indugiare. Segni che qui raccontano il carattere curioso di una certa produzione brianzola. Un decoro che non si è sicuri di poter ottenere sul vetro. Quindi ci si prova per forza. E alla fine ci si riesce.

 

www.vismaravetro.it